Il sistema produttivo dei Beni Culturali nel suo insieme generava nel periodo ante Covid-19 circa 90 miliardi di euro all’anno, i quali arrivavano ad oltre 250 miliardi di euro grazie all’attivazione di altri settori dell’economia. Un flusso davvero importante per le casse dello Stato che sta a significare come la cultura muova l’economia creando valore reale e prospettive di crescita interessanti.
Un sistema cultura fatto di Beni Culturali, gallerie, musei, pinacoteche, archivi e raccolte che fanno dell’Italia il Paese con la maggiore ricchezza artistica e culturale del mondo.
Cosa vuol dire creare valore nel settore dei Beni Culturali?
In Italia ci sono oltre 4.500 musei, 49 siti dichiarati dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità, città d’arte, tradizione artigianale, percorsi enogastronomici, bellezze naturali che realizzano un contesto unico al mondo. Una ricchezza artistico-culturale sofisticata ed estremamente complessa, la quale diventa ancora più dinamica in particolare ora che viviamo nell’epoca del digitale.
Tutti gli investimenti che vengono fatti per creare valore nel settore dei Beni Culturali hanno immediate ricadute su Pil, occupazione, investimenti dall’Estero.
Ciò vuol dire che investire nei Beni Culturali significa:
- creare nuovi posti di lavoro;
- aiutare l’indotto con nuovi fornitori, incremento di personale, nuove opportunità per le aziende;
- migliorare i benchmark del turismo, grazie all’incremento del numero di visitatori, all’aumento del numero di pernottamenti nelle strutture ricettive e all’aumento della spesa media;
- migliorare le performance economiche del Made in Italy per mezzo del marketing e del premium price che viene riconosciuto al nostro Paese.
Cosa occorre per creare valore nei Beni Culturali?
Oggi la nostra ricchezza artistico-culturale non è adeguatamente supportata dagli investimenti.
Per creare valore nei Beni Culturali occorre una maggiore spesa pubblica nel settore della cultura. Basti pensare che nel 2014 l’Italia occupava il penultimo posto in Europa per spesa pubblica destinata alla cultura: solo l’1,4% del Pil, infatti, contro il 2,1% della media degli altri Paesi dell’UE.
Per colmare il gap e valorizzare pienamente i nostri Beni Culturali occorre attrarre gli investimenti privati con un piano che dia una grossa mano a reperire le risorse finanziarie necessarie.
In altri termini, occorre superare il paradigma del semplice mecenatismo ed incentivare l’investimento privato in Beni Culturali, facendo sì che questo diventi uno strumento utile a costruire la brand equity delle imprese.
L’alleanza tra pubblico e privato è una strada da percorrere per stimolare la crescita perché aumenta l’offerta culturale, valorizza i beni e, a volte, li salva anche.
Oggi nuove prospettive di crescita possono provenire dai Beni Culturali, i quali possono creare realmente valore: i settori artistico e culturale sono una leva strategica per il nostro Paese al pari di infrastrutture e manifattura.
Il Distretto Tecnologico per i beni culturali nel Lazio
Il Lazio è la prima Regione Italiana per ricchezza prodotta con la cultura, soprattutto grazie alla creazione del Distretto Tecnologico per i beni culturali, il cosiddetto DTC. Questo ente creato nel 2017 riunisce centri di ricerca ed imprese con lo scopo di sviluppare le tecnologie innovative necessarie per recuperare i beni culturali e migliorarne la fruizione.
Grazie ad un investimento di circa 60 milioni di euro la Regione Lazio con questo progetto ha messo in rete centri di ricerca, università, imprese digitali, enti pubblici e privati nella cui giurisdizione ricadono musei, biblioteche, siti archeologici e altri beni culturali. In questo modo si è creata un’enorme infrastruttura adibita alla valorizzazione dei Beni Culturali, rendendo fruibile anche digitalmente l’enorme patrimonio culturale presente nella regione.
Tra gli altri progetti c’è anche la valorizzazione dei luoghi della cultura attraverso la digitalizzazione.
Nel 2021 sono stati approvati 48 progetti proposti dalle piccole e medie imprese del territorio per valorizzare i siti di interesse culturale, dimostrando che la sinergia fra tecnologie innovative e patrimonio culturale e artistico rappresenta una grande opportunità di crescita e di sviluppo.
Digitalizzare i Beni culturali significa renderli fruibili ad un pubblico più ampio e diversificato. Non è affatto vero che il “museo virtuale” scoraggia i turisti a visitare il museo in città: anzi, i numeri dimostrano che entrambi i musei possono convivere assieme senza contrastarsi l’un l’altro. Essi rappresentano un arricchimento dell’offerta perché si completano e di conseguenza si integrano.
Il PNRR come strumento di crescita del capitale culturale
I fondi del PNRR sono destinati a molti ambiti, tra cui la transizione ecologica, il sociale, la sanità, il commercio.
Dopo oltre due anni di Pandemia, il PNRR sarà uno strumento formidabile per lo sviluppo del sistema Paese.
I fondi destinati alla cultura saranno fondamentali per avviare un progetto strategico riguardante la valorizzazione culturale. Sarà necessario, infatti, ammodernare e trasformare le procedure fin qui seguite per rendere l’Italia un Paese all’avanguardia e per migliorarne l’attrattività nei confronti di chi fa turismo culturale, anche grazie a sistemi di prenotazione e di fruizione all’avanguardia.
Digitalizzazione, ammodernamento ed investimenti avranno importanti ricadute positive e daranno nuove e interessanti prospettive occupazionali e di crescita al nostro Paese