Le nuove tecnologie hanno rivoluzionato il mondo: oggi possiamo comunicare istantaneamente con quasi tutto il mondo con un semplice clic sia dal nostro cellulare che dal nostro portatile. Queste tecnologie hanno preso d’assalto anche il settore dei beni culturali, provocando grandi cambiamenti nel modo in cui le istituzioni, gli stakeholder e le comunità si avvicinano al loro patrimonio. Dalla partecipazione diretta al processo di restauro al social tagging, i social network e le istituzioni culturali sono diventati profondamente interconnessi.
I social network ed i beni culturali
Twitter, Facebook, Pinterest, Instagram, Flickr, sono alcuni esempi di social network che numerose istituzioni culturali in tutto il mondo utilizzano per coinvolgere la propria comunità, condividendo con la stessa gli aggiornamenti quotidiani di uno scavo, le informazioni sui progetti di restauro o l’allestimento di una mostra. Ma soprattutto, li usano per sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi del patrimonio culturale.
Ogni social media è diverso dall’altro e quindi è necessario che le istituzioni culturali ne comprendano le differenze per poterli utilizzare in modo appropriato. Non tutte le idee sono valide sui social network e non tutte le idee funzionano.
Un’istituzione culturale deve definire un piano di utilizzo dei social network con obiettivi raggiungibili, un messaggio chiaro, un pubblico ben definito ed metodi ed indicatori di valutazione per analizzare se la strategia implementata abbia avuto successo o meno.
La promozione dei beni culturali sui social network
I social media non solo ci permettono di promuovere i beni culturali, ma possono anche rompere la distanza che può esistere tra l’utente/pubblico e l’istituzione.
In effetti, i confini tra ciò che era visto come “cultura alta” e la società sono stati infranti: ciò che prima era riservato a pochi studiosi privilegiati, ora è aperto ad un pubblico molto più ampio grazie ai social network. Questi cambiamenti non sono positivi solo per il pubblico in generale, ma anche per le istituzioni culturali, che possono beneficiare della cosiddetta saggezza popolare.
“The Commons”di Flickr è un progetto creato nel 2008 in collaborazione con la Library of Congress, con l’obiettivo di aumentare l’accesso alle collezioni fotografiche e di promuovere i contributi del pubblico. Ciò significa che un’istituzione può ottenere nuove informazioni e riconsiderare il modo in cui le immagini siano catalogate ed indicizzate.
Il social tagging viene utilizzato per ottenere ed aggiungere informazioni su un’immagine. Non solo aumenta la nostra conoscenza dell’immagine stessa, ma promuove anche la partecipazione aggiungendo valore alla collezione come patrimonio condiviso.
L’utilizzo dei social network consente alle istituzioni ed al pubblico di comprendere meglio il patrimonio culturale e di sensibilizzare alla sua diversità. Tuttavia, è bene ricordare che non tutto è valido né utile. Se un’istituzione culturale vuole trarre vantaggio da questi strumenti, deve sviluppare una strategia chiara ed efficace.
I social network per la conservazione dei beni culturali
I social network ci hanno permesso di conoscere luoghi e collezioni che prima erano impossibili da raggiungere, per la loro ubicazione, per i problemi di conservazione o perché non erano visibili al pubblico.
Attraverso questi strumenti, il patrimonio più fragile ed inaccessibile può diventare accessibile grazie a ricostruzioni digitali o mostre virtuali, dimostrando la fragilità del patrimonio culturale e l’importanza della sua conservazione. Inoltre i social aiutano a diffondere non solo il “grande patrimonio”, ma anche quello meno conosciuto (ma non per questo meno importante).
In tutto il mondo possiamo assistere a strategie locali che ci mostrano quanto sia ricco il nostro patrimonio culturale, sia geograficamente che per tipologia: patrimonio audiovisivo, collezioni etnografiche, patrimonio edilizio e proprio attraverso i social network ne siamo testimoni.
Anche se la protezione dei beni culturali è di competenza dei governi e delle istituzioni culturali, in molte occasioni questa strategia è ben lontana dall’avere successo. Ciò è dovuto a risorse monetarie insufficienti, a problemi politici, all’abbandono ed alla mancanza di norme che rendono sempre più difficile per le istituzioni culturali, gli stakeholder e le autorità proteggere il proprio patrimonio.
In risposta a questi problemi, i social media possono svolgere un ruolo attivo nella protezione dei beni culturali.
Se una comunità si sente fortemente identificata con il proprio patrimonio e sente il bisogno di proteggerlo, i social media possono essere un ottimo strumento per tutelarlo.
Social network, il futuro della promozione beni culturali
I social network sono un nuovo modo di promuovere ed avvicinare il pubblico ai beni culturali. In termini di conservazione del patrimonio culturale c’è ancora molto da scoprire e da ricercare, ma a poco a poco le istituzioni culturali stanno utilizzando questi strumenti digitali per ridurre il divario tra la grande arte ed il pubblico.
La società vuole partecipare al processo decisionale relativo al proprio patrimonio culturale. Tuttavia, per far sì che ciò accada, le istituzioni non devono mai dimenticare di creare una strategia coerente con obiettivi e metodi di valutazione chiari, poiché non tutto il pubblico reagirà allo stesso modo e non tutti i beni culturali possono essere divulgati allo stesso modo.
I social network sono un ottimo strumento per preservare e promuovere il patrimonio culturale. Ormai fanno parte della nostra vita. Sono il futuro trasformato in presente!